Stintino – centocinquanta anni dalla costituzione dell’Associazione Confraternita Madonna della Difesa – partecipano Sindaco di Stintino Antonio Diana – Giuseppe Benenati Presidente della Confraternita, Monsignore Paolo Atzei, Monsignore Giancarlo Zicchi, Don Andrea Piras

Discorso del Sindaco di Stintino

Antonio Diana 28 dicembre 2014

Chiesa Immacolata Concezione Stintino

 

Pur avendo approfondito e, in diversi casi pubblicato ricerche sulla Confraternita Madonna della Difesa, sulle chiese del territorio, comprese quelle sull’isola dell’Asinara sui registri delle sepolture all’Asinara il mio piccolo contributo sarà su come questa comunità ha maturato una così forte idea di aggregazione e al  ruolo sociale che la Confraternita ha avuto nella comunità Asinarese e Stintinese e come l’attività della Confraternita si è intersecata a molte attività sociali e lavorative della comunità Stintinese.

 

Una caratteristica che balza immediata all’attenzione di coloro che hanno l’opportunità di leggere qualche pagina sulla vita della comunità di Stintino, che era (alla fine dell’ottocento e primi del novecento) costituita prevalentemente da pescatori e da qualche pastore e agricoltore, è lo straordinario legame che li ha uniti. Possiamo citare casi concreti di aiuto reciproco, la costruzione del borgo di Stintino, la tromba marina che scoperchio diverse case, la moria di aragoste che vi fu intorno agli anni 20, fatti e episodi nei quali si manifestò nella comunità un forte spirito di solidarietà sociale.

 

la necessità dell’aiuto reciproco va ricercato necessariamente nel processo storico che ha avuto questa comunità:

  • nell’aiuto reciproco che si diedero i pastori dell’Asinara nel 1779, quando dall’isola furono allontanati tutti per lasciare posto alla concessione fatta dal regnante di allora ai due fratelli francesi: i Fratelli Velixander. Una parte di questi pastori, dopo qualche anno rientrarono sull’isola dopo che i due fratelli furono arrestati per bancarotta.
  • La necessità della comunità camoglina di aiutarsi fra loro quando nel 1801 fuggendo dalla Liguria si trasferirono sul’isola e fondando il borgo di Cala d’Oliva.
  • E poi ancora durante l’ottocento gli arrivi sull’isola di altre comunità che l’abitarono in modo più o meno stabile: Da ponza, dalla Sicilia, da Cagliari ecc.

 

I Liguri e i ponzesi, pescatori e muratori e gli asinaresi, pastori e agricoltori, maturarono la necessità di collaborare per sopravvivere e far sopravvivere le loro famiglie sull’isola dell’Asinara. Da subito attività di collaborazione evolute per una comunità in evoluzione, Accordi sul taglio della legna, sulla produzione del carbone, sull’offerta della produzione agricola che attiravano l’attenzione dei mercanti che arrivavano con i velieri.

 

L’analisi di ciò mi porta alla convinzione che furono proprio le difficoltà del tempo, a spingere la comunità (ancora Asinarese) a stringersi in un  legame la solidarietà sociale per affrontare i momenti di bisogno e di aiuto nella l’attività lavorativa, lo stesso poi legame che li portò a costituirsi in una organizzazione per onorare le feste e seppellire i propri i morti.

E’ questo il processo storico nel quale nel 1864 matura la convinzione di fondare una associazione di Mutuo Soccorso. la Confraternita della Madonna della Difesa.

 

Una comunità che autofinanziò la costruzione delle chiese di Cala d’Oliva e di Fornelli 1870 Madonna delle grazie)

 

Che ( dopo aver fondato il borgo di Stintino) autofinanziò la costruzione delle due chiese di Stintino,  quella di via Marco Polo e questa Immacolata Concezione.

 

Cita Penco nel suo diario Mezzo ricordi di secolo

Stintino mancava di una vera Chiesa si che ha provveduto il Parroco in unione a tutto

il paese al fine di avere una vera casa del Signore che completa e onora la borgata.

e qui abbiamo testimonianze del ruolo attivo della confraternita perché il paese era la confraternita.

 

Una predisposizione all’asociazionismo che si ripete nel 1904 con la fondazione di quella che noi abbiamo sempre conosciuto come cooperativa pescatori, della quale facevano parte come soci onorari tutti i pescatori e rappresentanti delle altre famiglie del paese, che oltre a svolgere l’attività di istituto ripeteva alcuni scopi della confraternita in merito all’assistenza sociale, (negli anni ante guerra la cooperativa interveniva finanziariamente per contribuire alla riparazione delle barche dei pescatori stintinesi che avevano necessità di manutenzioni straordinarie o dovevano essere ricostruite

Vi era sicuramente una grande devozione verso la Madonna ma anche consapevolezza che l’unione delle forze, per perseguire un obbiettivo comune, contribuiva in modo esponenziale alla crescita della comunità.

 

E cosi si va avanti negli anni con la Confraternita che offre un servizio di mutuo soccorso alla comunità.

La Confraternita aveva come una sede una casa in affitto per espletare le incombenze e per riunire i soci, e che all’abisogna, per le grandi assemblee utilizzava la sede della cooperativa pescatori.

Quindi comunità, confraternita e cooperativa tre entità apparentemente distaccate ma che invece insieme intersecandosi fra loro hanno contribuito a fare la storia del paese. E non fermandosi solo al paese

 

Cita Penco nel suo diario Mezzo ricordi di secolo

Nella loro semplicità gli abitanti di Stintino hanno la loro sensibilità e giova ricordare che in un momento in cui la gloriosa Università di Sassari corse pericolo, non esitarono a sottoscrivere la loro quota per la sua conservazione, sapendo che da quella Istituzione uscirono uomini di valore che onorarono e onorano la Sardegna